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27/06/2022
PATOLOGIA NEONATALE: DUE DONAZIONI DALL’ASSOCIAZIONE TINSIEME
L'associazione TINsieme ha donato all'Unità Operativa di Patologia Neonatale dell'Asst di Cremona un respiratore per la ventilazione neonatale non invasiva e una lampada per la fototerapia, destinati alla cura dei piccoli pazienti. Stamattina all’Ospedale di Cremona è stata formalizzata la consegna del materiale, in presenza Rosario Canino (direttore sanitario), Bruno Drera e Verena Bolchi (rispettivamente responsabile e coordinatrice UO Patologia Neonatale).
Come ricordano la presidente di TINsieme Sonia Ballestriero e la segretaria Monica Ravani, l’associazione è nata otto anni fa per volontà un gruppo di mamme e dell’ex direttore Carlo Poggiani. Dal 2014 ad oggi si è adoperata per sviluppare progetti a favore dei neonati prematuri, raccogliere fondi e tradurli in donazioni.
OGNI ANNO 200 BAMBINI SEGUITI IN UTIN
Il direttore sanitario Rosario Canino ha ringraziato i volontari, «che sono sempre stati presenti, e vicini al reparto con iniziative importanti e di grande sensibilità». Ogni anno nel reparto di Ostetricia e Ginecologia – diretto da Aldo Riccardi - nascono circa 1200 bambini. Di questi, 200 hanno bisogno di essere seguiti in Patologia neonatale; la ventilazione non invasiva riguarda il 20-30 per cento dei piccoli degenti, per diverse patologie.
RESPIRO SPONTANEO E NON INVASIVO
«I dispositivi donati da TINsieme sono di ultima generazione – spiega Drera – Il respiratore “Giulia” è un ventilatore per neonati in terapia intensiva, in grado di garantire diverse tipologie di ventilazioni non invasive. Questa metodica permette di lasciare in respiro spontaneo il neonato, che viene aiutato tramite una pressione positiva, riducendo la fatica respiratoria e migliorando gli scambi di ossigeno e gas nel sangue.
Ciò consente inoltre di ridurre i rischi legati all’intubazione nella ventilazione meccanica invasiva. «Nella stagione epidemica autunnale – prosegue Drera - le neonatologie si fanno carico anche di neonati con la bronchiolite, che porta ad un’impennata di ricoveri. Nei prossimi mesi questa macchina ci verrà in aiuto per garantire ai piccoli degenti una ventilazione migliore e più confortevole».
NUOVE TECNOLOGIE E FORMAZIONE
La donazione comprende anche una lampada “Elios”, progettata per integrare la fototerapia intensiva e il trattamento termico dei neonati. «Questo strumento ci permette di ampliare la gamma di lampade che già abbiamo – aggiunge Drera - In particolare, quest’ultima emette una luce ultravioletta fredda adatta alla terapia per l’ittero ed è dotata di un sistema di autoregolazione della temperatura, che avviene tramite una sonda a contatto con il neonato sottoposto alla fototerapia».
TINsieme ha supportato anche la formazione dei neonatologi dell’Ospedale di Cremona: «Il nostro impegno continua» affermano le referenti Sonia Ballestriero e Monica Ravani. «Noi ci siamo, e siamo a disposizione per supportare come possibile il reparto».

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25/06/2022
RADIOTERAPIA: UN NUOVO ACCELERATORE LINEARE PER TRATTARE I TUMORI
La Radioterapia dell’Ospedale di Cremona è dotata di un nuovo acceleratore lineare. Si tratta di uno strumento all’avanguardia che consente di trattare la maggior parte delle patologie oncologiche con precisione ed efficacia. In ordine di tempo, dopo la nuova TAC, l’acceleratore lineare è l’ultima acquisizione che rientra nel progetto di potenziamento dell’Unità Operativa di Radioterapia e Medicina Nucleare promosso dalla direzione strategica dell’ASST di Cremona per un investimento complessivo di sei milioni di euro.
L’implementazione tecnologica risponde alla volontà di innovare e ripensare la gestione del paziente in trattamento radioterapico secondo le metodiche più recenti diffuse a livello internazionale. Le moderne tecnologie a disposizione del reparto, infatti, consentono di costruire percorsi di cura sempre più personalizzati e mini invasivi, riducendo il più possibile la necessità di ospedalizzazione.
Come spiega Sandro Tonoli (direttore dell’UOC Radioterapia e Medicina Nucleare) «Il nuovo acceleratore “TrueBeam” in uso presso l’Ospedale di Cremona è in grado di soddisfare la quasi totalità delle esigenze in ambito radioterapico. Si possono effettuare terapie su volumi piccoli con dosi molto elevate (trattamenti stereotassici) in poche frazioni, oppure trattamenti convenzionali (radioterapia 3D conformata). Le metodiche volumetriche ad intensità modulata del fascio radiante permettono di trattare bersagli geometricamente complessi con dosi differenziate, mentre con i campi di elettroni si trattano lesioni superficiali».
Tonoli anticipa che «Il progetto di potenziamento tecnologico prevede l’arrivo di una seconda apparecchiatura gemella (prossimo inverno). Consentirà di garantire, in caso di guasti o manutenzioni, una continuità nell'erogazione dei trattamenti per i quasi mille pazienti che ogni anno necessitano di cure radio-oncologiche. Il secondo acceleratore in arrivo sostituirà quello già in uso nel nostro reparto».
COME FUNZIONA
Grazie all’accelerazione di un fascio di elettroni, questa apparecchiatura produce fasci di radiazione ionizzanti ad alta energia che provocano un danno alle cellule tumorali, riducendone la possibilità di duplicarsi. La nuova tecnologia permette di operare su bersagli sia statici (ad esempio lesioni metastatiche ossee) sia mobili (come nel caso di noduli polmonari neoplastici), sincronizzando l’irradiazione con i naturali movimenti respiratori del paziente. La rapidità e l’efficacia del trattamento consentono di ridurre i tempi di esposizione e spesso il numero di sedute.
Per assicurare la corretta esecuzione delle terapie, l’acceleratore è dotato di un lettino robotizzato, di un sistema ottico di controllo della superficie del corpo del paziente e di una TAC integrata, per controllare e correggere l’effettiva posizione del corpo e del bersaglio tumorale prima di ogni trattamento, quindi di operare con una precisione millimetrica.
CURA E ALTERNATIVA
L’acceleratore lineare è utilizzato per la cura di pazienti con tumori che per estensione, per controindicazioni o comorbidità non possono essere trattati con la chirurgia, oppure pazienti con neoplasie in cui la radioterapia si pone come alternativa alla chirurgia (come nel carcinoma prostatico). È inoltre utilizzato nel setting pre-operatorio (carcinomi del retto localmente avanzati) o post-operatorio (come nel caso dei trattamenti postchirurgici nei tumori mammari o cerebrali).
In molti casi, la radioterapia è associata alla chemioterapia; trova inoltre un largo impiego nell'ambito di trattamenti palliativi per metastasi ossee, cerebrali e linfonodali, spesso con tecniche stereotassiche, che consentono di somministrare con estrema precisione dosi di radiazioni molto elevate a bersagli tumorali di piccole dimensioni, distruggendoli.
FORMAZIONE E COMPETENZA
La formazione e la competenza dei medici radioterapisti oncologi, dei fisici e dei tecnici di Radioterapia (TSRM) costituisce uno degli elementi fondamentali per l’utilizzo di apparecchiature avanzate e sofisticate. Presso l'Asst di Cremona, tra gli operatori specializzati nell’utilizzo e verifica del corretto funzionamento dell’acceleratore lineare è in servizio la dott.ssa Anna Radice, specialista in Fisica Medica. Con le colleghe Maria Garioni e Serena Proietti Cignitti dell'UO di Fisica Sanitaria - diretta dalla dott.ssa Felicita Luraschi - si occupa di elaborare i piani di terapia ed effettuare i controlli di qualità delle apparecchiature utilizzate in radioterapia.
Il reparto può contare inoltre su undici tecnici di radioterapia che partecipano attivamente ai processi relativi alla pianificazione ed erogazione del trattamento radiante, inclusa la scelta e la messa a punto dei sistemi di immobilizzazione, l'acquisizione dello studio TC - talvolta con metodiche 4D - e i controlli periodici del posizionamento del paziente. Il team include inoltre sei medici radioterapisti oncologi, un coordinatore, nove infermieri, un operatore socio sanitario e due ausiliari.
CURARE INSIEME
La radioterapia si integra nella gestione multidisciplinare dei pazienti oncologici, che coinvolge molti professionisti, fra cui oncologi medici, chirurghi, radiologi e anatomopatologi, ma non solo.
Non sempre il trattamento radiante è alternativo ad altre terapie oncologiche che possano ottenere lo stesso beneficio atteso. È quindi indispensabile che il caso del singolo paziente sia gestito dal gruppo multidisciplinare di patologia (mammaria, polmonare, genitourinaria, ginecologici, gastroenterica, ORL, neuroncologico). Lo scopo è proporre il migliore trattamento personalizzato, definito sulla base delle linee guida internazionali, tenendo conto delle condizioni cliniche del paziente stesso e dello stadio di malattia.

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23/06/2022
PRELIEVO DI ORGANI E TESSUTI: CREMONA MODELLO DA SEGUIRE
IL DONO SI FA CURA E CULTURA
Grazie ad un lavoro di équipe consolidato nel tempo, l’ospedale cittadino è primo in Lombardia per il prelievo di tessuti.
Il dg Rossi «Un risultato per nulla scontato che premia l’impegno e la motivazione degli operatori. Non solo. Un alto numero di donazioni è un indicatore di qualità delle cure prestate dall’intera struttura».
Nel campo della donazione organi, Cremona è un modello da seguire: l’ospedale cittadino, infatti, è al primo posto in Lombardia per il prelievo di tessuti. È quanto emerso dai dati presentati ieri mattina presso la direzione generale dell’Asst di Cremona da Giuseppe Piccolo (Responsabile del Coordinamento Regionale per i Trapianti) con il supporto di Marco Sacchi (Referente del Programma di Donazione nel Coordinamento Regionale Trapianti).
All’incontro, che aveva lo scopo di condividere la mappa delle donazioni di organi e tessuti in Lombardia e riconoscere il valore degli ospedali virtuosi, hanno partecipato Giuseppe Rossi (Direttore generale), Rosario Canino (Direttore sanitario), Federica Pezzetti e Francesca Bianchi (Direzione Medica), Alberto Silla (Direttore DAPS), Enrico Storti (Direttore Dipartimento Emergenza Urgenza e Direttore UO Anestesia e Terapia Intensiva), Alberto Bonvecchio, (Responsabile del Coordinamento Donazione Organi e Tessuti Asst di Cremona), Verena Bolchi ed Elisa Pizzera (infermiere del Coordinamento Donazione Organi e Tessuti).
A loro sono stati consegnati due attestati per l’impegno profuso nell’attività di procurement (cioè recupero organi e tessuti). Fatta eccezione per il 2020, in cui la pandemia ha stravolto il percorso di cura e presa in carico, nel 2021 i dati registrati all’Asst di Cremona confermano il trend in crescita con 42 riceventi di organi e 123 prelievi di tessuti a favore di oltre 3500 pazienti che hanno potuto essere curati.
«A Cremona l’attività di donazione si è sviluppata ancora prima che fossero definite le linee guida regionali. Ciò è stato possibile attraverso un lavoro di team e grande coesione tra operatori sanitari e reparti di riferimento» ha affermato Giuseppe Piccolo. La costituzione di una unità operativa dedicata ha rafforzato l’assetto operativo già consolidato nel tempo: «Il modello Cremona sta diventando un riferimento per altri presidi a livello regionale».
Ciò dipende dalla buona organizzazione e dalla rete di relazioni tessuta negli anni che si estende ben oltre i reparti di emergenza e urgenza (Pronto Soccorso e Terapia intensiva) ha sottolineato Marco Sacchi. «Questi risultati sono frutto di una cultura della donazione coltivata nel tempo. La competenza e la sensibilità degli operatori – in primis - ha permesso di costruire una squadra che trova nei vari reparti coinvolti infermieri e medici estremamente motivati a lavorare dentro questo percorso».
PER CHI È IN ATTESA IL DONO DIVENTA CURA
«Il risultato conseguito da Cremona in fatto di prelievi di organi e tessuti fa emergere l’importanza di una visione d’insieme, sia dal punto di vista organizzativo che operativo» ha precisato Enrico Storti. Visione che consente al dipartimento di emergenza e urgenza di ampliare il margine d’azione al di fuori dei luoghi consueti (come ad esempio la Terapia Intensiva), coinvolgendo tutti i reparti, dal pronto soccorso all’hospice. «Questa attività richiede dedizione e va intesa come una parte integrante del nostro lavoro di sanitari. In tal senso diventa fondamentale intercettare le persone sensibili all’opportunità del dono. La morte del paziente non può coincidere con la fine della cura: la donazione è un inizio e per chi è in attesa rappresenta una possibile rinascita».
Partendo da questa idea, la presa in carico del paziente non si conclude più con il termine dell’assistenza e con la morte, ma con la donazione. «In generale – aggiunge Piccolo - il percorso di donazione funziona bene laddove c’è una realtà che tratta bene il paziente neuroleso o con arresto cardiaco. In ospedale la donazione è un effetto collaterale positivo della buona cura dei malati.
«Questo riconoscimento è un valore estremamente positivo – commenta Alberto Bonvecchio - sintomo non solo dell’efficacia del sistema del dono, ma della buona cura. Saper trattare il donatore non è semplice: comporta la gestione dei ricoveri a favore della migliore presa in carico possibile. Questo vale in particolare per quei pazienti che seguono un percorso di guarigione. Chi non può guarire rientra in una dinamica di continuità assistenziale e terapeutica, in modo che (dopo il decesso) possa diventare la medicina per un’altra persona».
La donazione di organi «ha la stessa vitale importanza della donazione dei tessuti - continua Bonvecchio. Alcuni hanno grandissima incidenza sulla qualità di vita della persona. Penso alle cornee, uno dei maggiormente trapiantati. Il prelievo non deve essere considerato un’attività extra, qualcosa che si fa “in più”, ma è una parte fondante del lavoro di un operatore sanitario. Questo vale per tutti i reparti».
PRELIEVO DELLE CORNEE: UN PROGETTO INNVOVATIVO COINVOLGE GLI INFERMIERI
Fra i progetti innovativi dell’Asst è contemplato un nuovo modello organizzativo per il prelievo delle cornee, lo affermano Elisa Pizzera e Verena Bolchi (infermiere del Coordinamento Donazione Organi e Tessuti) che da poco hanno completato un percorso di formazione dedicato.
«È un progetto in cui crediamo tantissimo - afferma Elisa Pizzera. Oltre all’importanza di poter agire come prelevatori, questa modalità permetterà di sostenere il procurement delle cornee dentro i nostri ospedali e nel tempo di estenderlo anche alle altre strutture del territorio. Durante la formazione mi sono trovata più volte a contatto con persone in attesa di trapianto o appena trapiantate: è in quel momento che capisci l’importanza di questo gesto e la bellezza di tornare a vivere grazie alla donazione».
Per chi si occupa di cura, «la donazione di organi e tessuti implica un cambio di prospettiva» precisa Verena Bolchi. «L’infermiere nasce con l’attitudine di condurre il paziente verso la guarigione o la riconquista di una buona qualità della vita. È chiaro che questo non succede sempre: di fronte alla morte, è importante dare al paziente e soprattutto alla famiglia – spesso destinataria della scelta – l’opportunità di valutare il gesto del dono, per superare la sofferenza e dare un senso a ciò che sta accadendo».
COME DIVENTARE DONATORE
È possibile dichiarare o meno il proprio consenso alla donazione di organi e tessuti al rinnovo della carta d’identità, presso l’anagrafe del Comune di residenza. Inoltre, è possibile dire sì sul sito dell’Associazione Italiana Donatori di Organi (AIDO), con procedura online tramite Spid (Identità Digitale). Tutte le informazioni sono disponibili sul sito www.sceglididonare.it

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22/06/2022
PREVENZIONE COVID-19 STRUTTURE SANITARIE: SI ACCEDE SOLO CON LA FFP2
Come stabilito dall’ordinanza del Ministero della Salute emessa lo scorso 15 giugno 2022, per accedere alle strutture sanitarie e sociosanitarie restano in vigore le principali misure di prevenzione contro il Covid-19.
Nello specifico è obbligatorio indossare la mascherina FFP2 e igienizzare le mani (in entrata e in uscita dalle strutture). È inoltre raccomandato rispettare il distanziamento sociale di almeno 1 metro; non è consentito indossare i guanti monouso.
OSPEDALE: LE REGOLE PER VISITATORI E ACCOMPAGNATORI
Verifica del Green pass e motivazione dell’accesso
Il visitatore deve indicare i motivi dell’accesso in ospedale al personale dedicato all’accoglienza, che verificherà anche la validità della certificazione verde Covid-19 (Green Pass) tramite dispositivo digitale.
In caso di sintomatologia da Covid-19 (febbre, tosse, raffreddore, mal di gola, ecc.) o “contatto stretto” negli ultimi 14 giorni con una persona con diagnosi sospetta/confermata di Covid-19, il visitatore non potrà accedere alle strutture, anche se in possesso di regolare Green Pass.
Il braccialetto verde
Una volta effettuati questi passaggi preliminari indispensabili per acconsentire l’accesso, il visitatore sarà munito di braccialetto verde identificativo. Con questo ‘lasciapassare’ potrà recarsi in reparto.
In reparto
Ogni paziente può ricevere un solo visitatore alla volta.
All’interno delle stanze di degenza in presenza di più malati, i visitatori dovranno indossare la mascherina FFP2 e mantenere una distanza di almeno 1 metro dalle altre persone.
Orari di visita
I giorni e gli orari di visita per ogni reparto sono pubblicati sul sito www.asst-cremona.it.
Nelle fasce orarie indicate, il personale sanitario potrà comunicare eventuali modalità di accesso specifiche al paziente o al caregiver.
PROTEGGIAMO I PIÙ PICCOLI
Al fine di tutelare la salute dei più piccoli, si ricorda che:
- i bambini con meno di 12 anni non possono fare visita ai degenti;
- i minori che non necessitano di effettuare prestazioni ambulatoriali non possono accompagnare il genitore/tutore che accede per visite o esami.

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17/06/2022
INADEMPIENZA ALL’OBBLIGO VACCINALE: COME E DOVE CONSEGNARE LA DOCUMENTAZIONE
Da lunedì 4 aprile, l’Agenzia delle Entrate ha avviato l’invio dei procedimenti sanzionatori nei confronti dei cittadini over 50 che non hanno adempiuto all’obbligo vaccinale. Nonostante questo sia decaduto il 15 giugno 2022, le segnalazioni relative a chi non ha effettuato la vaccinazione entro tale data saranno comunque inviate tramite Raccomandata A/R dall’Agenzia dell’entrate-Riscossione, responsabile del procedimento.
Per regolarizzare la propria posizione, entro 10 giorni dalla ricezione della raccomandata è necessario consegnare all’Asst di Cremona la certificazione relativa al differimento o all'esenzione dall’obbligo vaccinale, o che attesta l’oggettiva impossibilità a ricevere il vaccino anti Covid-19. L’Asst ha il solo compito di raccogliere e valutare la documentazione medico-sanitaria ricevuta. Il procedimento sanzionatorio è interamente a carico dell’Agenzia delle Entrate.
La documentazione può essere inviata:
- via PEC all’indirizzo vaccinazioni@pec.asst-cremona.it
- oppure via e-mail sapiens@asst-cremona.it
In alternativa, è possibile consegnarla personalmente presso l'HUB Sapiens (via Adelio Stefanoni, 1, 26022 – Costa Sant’Abramo - Castelverde) nelle seguenti giornate ed orari:
Lunedì - Martedì - Venerdì dalle ore 8 alle 14
Mercoledì dalle ore 14 alle ore 19,30
- la documentazione medico-sanitaria comprovante la propria situazione (problemi oggettivi di salute certificati da un medico, adesione al piano vaccinale, certificato di avvenuta guarigione da covid, ecc)
- copia della comunicazione ricevuta dall'Agenzia delle Entrate
- copia della carta di identità e della tessera sanitaria
PER INFORMAZIONI
È possibile contattare gli operatori presso l'HUB Sapiens al numero: 335 1051056 attivo nei giorni e negli orari di apertura dell’Hub.

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27/06/2022
PATOLOGIA NEONATALE: DUE DONAZIONI DALL’ASSOCIAZIONE TINSIEME
L'associazione TINsieme ha donato all'Unità Operativa di Patologia Neonatale dell'Asst di Cremona un respiratore per la ventilazione neonatale non invasiva e una lampada per la fototerapia, destinati alla cura dei piccoli pazienti. Stamattina all’Ospedale di Cremona è stata formalizzata la consegna del materiale, in presenza Rosario Canino (direttore sanitario), Bruno Drera e Verena Bolchi (rispettivamente responsabile e coordinatrice UO Patologia Neonatale).
Come ricordano la presidente di TINsieme Sonia Ballestriero e la segretaria Monica Ravani, l’associazione è nata otto anni fa per volontà un gruppo di mamme e dell’ex direttore Carlo Poggiani. Dal 2014 ad oggi si è adoperata per sviluppare progetti a favore dei neonati prematuri, raccogliere fondi e tradurli in donazioni.
OGNI ANNO 200 BAMBINI SEGUITI IN UTIN
Il direttore sanitario Rosario Canino ha ringraziato i volontari, «che sono sempre stati presenti, e vicini al reparto con iniziative importanti e di grande sensibilità». Ogni anno nel reparto di Ostetricia e Ginecologia – diretto da Aldo Riccardi - nascono circa 1200 bambini. Di questi, 200 hanno bisogno di essere seguiti in Patologia neonatale; la ventilazione non invasiva riguarda il 20-30 per cento dei piccoli degenti, per diverse patologie.
RESPIRO SPONTANEO E NON INVASIVO
«I dispositivi donati da TINsieme sono di ultima generazione – spiega Drera – Il respiratore “Giulia” è un ventilatore per neonati in terapia intensiva, in grado di garantire diverse tipologie di ventilazioni non invasive. Questa metodica permette di lasciare in respiro spontaneo il neonato, che viene aiutato tramite una pressione positiva, riducendo la fatica respiratoria e migliorando gli scambi di ossigeno e gas nel sangue.
Ciò consente inoltre di ridurre i rischi legati all’intubazione nella ventilazione meccanica invasiva. «Nella stagione epidemica autunnale – prosegue Drera - le neonatologie si fanno carico anche di neonati con la bronchiolite, che porta ad un’impennata di ricoveri. Nei prossimi mesi questa macchina ci verrà in aiuto per garantire ai piccoli degenti una ventilazione migliore e più confortevole».
NUOVE TECNOLOGIE E FORMAZIONE
La donazione comprende anche una lampada “Elios”, progettata per integrare la fototerapia intensiva e il trattamento termico dei neonati. «Questo strumento ci permette di ampliare la gamma di lampade che già abbiamo – aggiunge Drera - In particolare, quest’ultima emette una luce ultravioletta fredda adatta alla terapia per l’ittero ed è dotata di un sistema di autoregolazione della temperatura, che avviene tramite una sonda a contatto con il neonato sottoposto alla fototerapia».
TINsieme ha supportato anche la formazione dei neonatologi dell’Ospedale di Cremona: «Il nostro impegno continua» affermano le referenti Sonia Ballestriero e Monica Ravani. «Noi ci siamo, e siamo a disposizione per supportare come possibile il reparto».

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25/06/2022
RADIOTERAPIA: UN NUOVO ACCELERATORE LINEARE PER TRATTARE I TUMORI
La Radioterapia dell’Ospedale di Cremona è dotata di un nuovo acceleratore lineare. Si tratta di uno strumento all’avanguardia che consente di trattare la maggior parte delle patologie oncologiche con precisione ed efficacia. In ordine di tempo, dopo la nuova TAC, l’acceleratore lineare è l’ultima acquisizione che rientra nel progetto di potenziamento dell’Unità Operativa di Radioterapia e Medicina Nucleare promosso dalla direzione strategica dell’ASST di Cremona per un investimento complessivo di sei milioni di euro.
L’implementazione tecnologica risponde alla volontà di innovare e ripensare la gestione del paziente in trattamento radioterapico secondo le metodiche più recenti diffuse a livello internazionale. Le moderne tecnologie a disposizione del reparto, infatti, consentono di costruire percorsi di cura sempre più personalizzati e mini invasivi, riducendo il più possibile la necessità di ospedalizzazione.
Come spiega Sandro Tonoli (direttore dell’UOC Radioterapia e Medicina Nucleare) «Il nuovo acceleratore “TrueBeam” in uso presso l’Ospedale di Cremona è in grado di soddisfare la quasi totalità delle esigenze in ambito radioterapico. Si possono effettuare terapie su volumi piccoli con dosi molto elevate (trattamenti stereotassici) in poche frazioni, oppure trattamenti convenzionali (radioterapia 3D conformata). Le metodiche volumetriche ad intensità modulata del fascio radiante permettono di trattare bersagli geometricamente complessi con dosi differenziate, mentre con i campi di elettroni si trattano lesioni superficiali».
Tonoli anticipa che «Il progetto di potenziamento tecnologico prevede l’arrivo di una seconda apparecchiatura gemella (prossimo inverno). Consentirà di garantire, in caso di guasti o manutenzioni, una continuità nell'erogazione dei trattamenti per i quasi mille pazienti che ogni anno necessitano di cure radio-oncologiche. Il secondo acceleratore in arrivo sostituirà quello già in uso nel nostro reparto».
COME FUNZIONA
Grazie all’accelerazione di un fascio di elettroni, questa apparecchiatura produce fasci di radiazione ionizzanti ad alta energia che provocano un danno alle cellule tumorali, riducendone la possibilità di duplicarsi. La nuova tecnologia permette di operare su bersagli sia statici (ad esempio lesioni metastatiche ossee) sia mobili (come nel caso di noduli polmonari neoplastici), sincronizzando l’irradiazione con i naturali movimenti respiratori del paziente. La rapidità e l’efficacia del trattamento consentono di ridurre i tempi di esposizione e spesso il numero di sedute.
Per assicurare la corretta esecuzione delle terapie, l’acceleratore è dotato di un lettino robotizzato, di un sistema ottico di controllo della superficie del corpo del paziente e di una TAC integrata, per controllare e correggere l’effettiva posizione del corpo e del bersaglio tumorale prima di ogni trattamento, quindi di operare con una precisione millimetrica.
CURA E ALTERNATIVA
L’acceleratore lineare è utilizzato per la cura di pazienti con tumori che per estensione, per controindicazioni o comorbidità non possono essere trattati con la chirurgia, oppure pazienti con neoplasie in cui la radioterapia si pone come alternativa alla chirurgia (come nel carcinoma prostatico). È inoltre utilizzato nel setting pre-operatorio (carcinomi del retto localmente avanzati) o post-operatorio (come nel caso dei trattamenti postchirurgici nei tumori mammari o cerebrali).
In molti casi, la radioterapia è associata alla chemioterapia; trova inoltre un largo impiego nell'ambito di trattamenti palliativi per metastasi ossee, cerebrali e linfonodali, spesso con tecniche stereotassiche, che consentono di somministrare con estrema precisione dosi di radiazioni molto elevate a bersagli tumorali di piccole dimensioni, distruggendoli.
FORMAZIONE E COMPETENZA
La formazione e la competenza dei medici radioterapisti oncologi, dei fisici e dei tecnici di Radioterapia (TSRM) costituisce uno degli elementi fondamentali per l’utilizzo di apparecchiature avanzate e sofisticate. Presso l'Asst di Cremona, tra gli operatori specializzati nell’utilizzo e verifica del corretto funzionamento dell’acceleratore lineare è in servizio la dott.ssa Anna Radice, specialista in Fisica Medica. Con le colleghe Maria Garioni e Serena Proietti Cignitti dell'UO di Fisica Sanitaria - diretta dalla dott.ssa Felicita Luraschi - si occupa di elaborare i piani di terapia ed effettuare i controlli di qualità delle apparecchiature utilizzate in radioterapia.
Il reparto può contare inoltre su undici tecnici di radioterapia che partecipano attivamente ai processi relativi alla pianificazione ed erogazione del trattamento radiante, inclusa la scelta e la messa a punto dei sistemi di immobilizzazione, l'acquisizione dello studio TC - talvolta con metodiche 4D - e i controlli periodici del posizionamento del paziente. Il team include inoltre sei medici radioterapisti oncologi, un coordinatore, nove infermieri, un operatore socio sanitario e due ausiliari.
CURARE INSIEME
La radioterapia si integra nella gestione multidisciplinare dei pazienti oncologici, che coinvolge molti professionisti, fra cui oncologi medici, chirurghi, radiologi e anatomopatologi, ma non solo.
Non sempre il trattamento radiante è alternativo ad altre terapie oncologiche che possano ottenere lo stesso beneficio atteso. È quindi indispensabile che il caso del singolo paziente sia gestito dal gruppo multidisciplinare di patologia (mammaria, polmonare, genitourinaria, ginecologici, gastroenterica, ORL, neuroncologico). Lo scopo è proporre il migliore trattamento personalizzato, definito sulla base delle linee guida internazionali, tenendo conto delle condizioni cliniche del paziente stesso e dello stadio di malattia.

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23/06/2022
PRELIEVO DI ORGANI E TESSUTI: CREMONA MODELLO DA SEGUIRE
IL DONO SI FA CURA E CULTURA
Grazie ad un lavoro di équipe consolidato nel tempo, l’ospedale cittadino è primo in Lombardia per il prelievo di tessuti.
Il dg Rossi «Un risultato per nulla scontato che premia l’impegno e la motivazione degli operatori. Non solo. Un alto numero di donazioni è un indicatore di qualità delle cure prestate dall’intera struttura».
Nel campo della donazione organi, Cremona è un modello da seguire: l’ospedale cittadino, infatti, è al primo posto in Lombardia per il prelievo di tessuti. È quanto emerso dai dati presentati ieri mattina presso la direzione generale dell’Asst di Cremona da Giuseppe Piccolo (Responsabile del Coordinamento Regionale per i Trapianti) con il supporto di Marco Sacchi (Referente del Programma di Donazione nel Coordinamento Regionale Trapianti).
All’incontro, che aveva lo scopo di condividere la mappa delle donazioni di organi e tessuti in Lombardia e riconoscere il valore degli ospedali virtuosi, hanno partecipato Giuseppe Rossi (Direttore generale), Rosario Canino (Direttore sanitario), Federica Pezzetti e Francesca Bianchi (Direzione Medica), Alberto Silla (Direttore DAPS), Enrico Storti (Direttore Dipartimento Emergenza Urgenza e Direttore UO Anestesia e Terapia Intensiva), Alberto Bonvecchio, (Responsabile del Coordinamento Donazione Organi e Tessuti Asst di Cremona), Verena Bolchi ed Elisa Pizzera (infermiere del Coordinamento Donazione Organi e Tessuti).
A loro sono stati consegnati due attestati per l’impegno profuso nell’attività di procurement (cioè recupero organi e tessuti). Fatta eccezione per il 2020, in cui la pandemia ha stravolto il percorso di cura e presa in carico, nel 2021 i dati registrati all’Asst di Cremona confermano il trend in crescita con 42 riceventi di organi e 123 prelievi di tessuti a favore di oltre 3500 pazienti che hanno potuto essere curati.
«A Cremona l’attività di donazione si è sviluppata ancora prima che fossero definite le linee guida regionali. Ciò è stato possibile attraverso un lavoro di team e grande coesione tra operatori sanitari e reparti di riferimento» ha affermato Giuseppe Piccolo. La costituzione di una unità operativa dedicata ha rafforzato l’assetto operativo già consolidato nel tempo: «Il modello Cremona sta diventando un riferimento per altri presidi a livello regionale».
Ciò dipende dalla buona organizzazione e dalla rete di relazioni tessuta negli anni che si estende ben oltre i reparti di emergenza e urgenza (Pronto Soccorso e Terapia intensiva) ha sottolineato Marco Sacchi. «Questi risultati sono frutto di una cultura della donazione coltivata nel tempo. La competenza e la sensibilità degli operatori – in primis - ha permesso di costruire una squadra che trova nei vari reparti coinvolti infermieri e medici estremamente motivati a lavorare dentro questo percorso».
PER CHI È IN ATTESA IL DONO DIVENTA CURA
«Il risultato conseguito da Cremona in fatto di prelievi di organi e tessuti fa emergere l’importanza di una visione d’insieme, sia dal punto di vista organizzativo che operativo» ha precisato Enrico Storti. Visione che consente al dipartimento di emergenza e urgenza di ampliare il margine d’azione al di fuori dei luoghi consueti (come ad esempio la Terapia Intensiva), coinvolgendo tutti i reparti, dal pronto soccorso all’hospice. «Questa attività richiede dedizione e va intesa come una parte integrante del nostro lavoro di sanitari. In tal senso diventa fondamentale intercettare le persone sensibili all’opportunità del dono. La morte del paziente non può coincidere con la fine della cura: la donazione è un inizio e per chi è in attesa rappresenta una possibile rinascita».
Partendo da questa idea, la presa in carico del paziente non si conclude più con il termine dell’assistenza e con la morte, ma con la donazione. «In generale – aggiunge Piccolo - il percorso di donazione funziona bene laddove c’è una realtà che tratta bene il paziente neuroleso o con arresto cardiaco. In ospedale la donazione è un effetto collaterale positivo della buona cura dei malati.
«Questo riconoscimento è un valore estremamente positivo – commenta Alberto Bonvecchio - sintomo non solo dell’efficacia del sistema del dono, ma della buona cura. Saper trattare il donatore non è semplice: comporta la gestione dei ricoveri a favore della migliore presa in carico possibile. Questo vale in particolare per quei pazienti che seguono un percorso di guarigione. Chi non può guarire rientra in una dinamica di continuità assistenziale e terapeutica, in modo che (dopo il decesso) possa diventare la medicina per un’altra persona».
La donazione di organi «ha la stessa vitale importanza della donazione dei tessuti - continua Bonvecchio. Alcuni hanno grandissima incidenza sulla qualità di vita della persona. Penso alle cornee, uno dei maggiormente trapiantati. Il prelievo non deve essere considerato un’attività extra, qualcosa che si fa “in più”, ma è una parte fondante del lavoro di un operatore sanitario. Questo vale per tutti i reparti».
PRELIEVO DELLE CORNEE: UN PROGETTO INNVOVATIVO COINVOLGE GLI INFERMIERI
Fra i progetti innovativi dell’Asst è contemplato un nuovo modello organizzativo per il prelievo delle cornee, lo affermano Elisa Pizzera e Verena Bolchi (infermiere del Coordinamento Donazione Organi e Tessuti) che da poco hanno completato un percorso di formazione dedicato.
«È un progetto in cui crediamo tantissimo - afferma Elisa Pizzera. Oltre all’importanza di poter agire come prelevatori, questa modalità permetterà di sostenere il procurement delle cornee dentro i nostri ospedali e nel tempo di estenderlo anche alle altre strutture del territorio. Durante la formazione mi sono trovata più volte a contatto con persone in attesa di trapianto o appena trapiantate: è in quel momento che capisci l’importanza di questo gesto e la bellezza di tornare a vivere grazie alla donazione».
Per chi si occupa di cura, «la donazione di organi e tessuti implica un cambio di prospettiva» precisa Verena Bolchi. «L’infermiere nasce con l’attitudine di condurre il paziente verso la guarigione o la riconquista di una buona qualità della vita. È chiaro che questo non succede sempre: di fronte alla morte, è importante dare al paziente e soprattutto alla famiglia – spesso destinataria della scelta – l’opportunità di valutare il gesto del dono, per superare la sofferenza e dare un senso a ciò che sta accadendo».
COME DIVENTARE DONATORE
È possibile dichiarare o meno il proprio consenso alla donazione di organi e tessuti al rinnovo della carta d’identità, presso l’anagrafe del Comune di residenza. Inoltre, è possibile dire sì sul sito dell’Associazione Italiana Donatori di Organi (AIDO), con procedura online tramite Spid (Identità Digitale). Tutte le informazioni sono disponibili sul sito www.sceglididonare.it

Ultime notizie
22/06/2022
PREVENZIONE COVID-19 STRUTTURE SANITARIE: SI ACCEDE SOLO CON LA FFP2
Come stabilito dall’ordinanza del Ministero della Salute emessa lo scorso 15 giugno 2022, per accedere alle strutture sanitarie e sociosanitarie restano in vigore le principali misure di prevenzione contro il Covid-19.
Nello specifico è obbligatorio indossare la mascherina FFP2 e igienizzare le mani (in entrata e in uscita dalle strutture). È inoltre raccomandato rispettare il distanziamento sociale di almeno 1 metro; non è consentito indossare i guanti monouso.
OSPEDALE: LE REGOLE PER VISITATORI E ACCOMPAGNATORI
Verifica del Green pass e motivazione dell’accesso
Il visitatore deve indicare i motivi dell’accesso in ospedale al personale dedicato all’accoglienza, che verificherà anche la validità della certificazione verde Covid-19 (Green Pass) tramite dispositivo digitale.
In caso di sintomatologia da Covid-19 (febbre, tosse, raffreddore, mal di gola, ecc.) o “contatto stretto” negli ultimi 14 giorni con una persona con diagnosi sospetta/confermata di Covid-19, il visitatore non potrà accedere alle strutture, anche se in possesso di regolare Green Pass.
Il braccialetto verde
Una volta effettuati questi passaggi preliminari indispensabili per acconsentire l’accesso, il visitatore sarà munito di braccialetto verde identificativo. Con questo ‘lasciapassare’ potrà recarsi in reparto.
In reparto
Ogni paziente può ricevere un solo visitatore alla volta.
All’interno delle stanze di degenza in presenza di più malati, i visitatori dovranno indossare la mascherina FFP2 e mantenere una distanza di almeno 1 metro dalle altre persone.
Orari di visita
I giorni e gli orari di visita per ogni reparto sono pubblicati sul sito www.asst-cremona.it.
Nelle fasce orarie indicate, il personale sanitario potrà comunicare eventuali modalità di accesso specifiche al paziente o al caregiver.
PROTEGGIAMO I PIÙ PICCOLI
Al fine di tutelare la salute dei più piccoli, si ricorda che:
- i bambini con meno di 12 anni non possono fare visita ai degenti;
- i minori che non necessitano di effettuare prestazioni ambulatoriali non possono accompagnare il genitore/tutore che accede per visite o esami.

Ultime notizie
17/06/2022
INADEMPIENZA ALL’OBBLIGO VACCINALE: COME E DOVE CONSEGNARE LA DOCUMENTAZIONE
Da lunedì 4 aprile, l’Agenzia delle Entrate ha avviato l’invio dei procedimenti sanzionatori nei confronti dei cittadini over 50 che non hanno adempiuto all’obbligo vaccinale. Nonostante questo sia decaduto il 15 giugno 2022, le segnalazioni relative a chi non ha effettuato la vaccinazione entro tale data saranno comunque inviate tramite Raccomandata A/R dall’Agenzia dell’entrate-Riscossione, responsabile del procedimento.
Per regolarizzare la propria posizione, entro 10 giorni dalla ricezione della raccomandata è necessario consegnare all’Asst di Cremona la certificazione relativa al differimento o all'esenzione dall’obbligo vaccinale, o che attesta l’oggettiva impossibilità a ricevere il vaccino anti Covid-19. L’Asst ha il solo compito di raccogliere e valutare la documentazione medico-sanitaria ricevuta. Il procedimento sanzionatorio è interamente a carico dell’Agenzia delle Entrate.
La documentazione può essere inviata:
- via PEC all’indirizzo vaccinazioni@pec.asst-cremona.it
- oppure via e-mail sapiens@asst-cremona.it
In alternativa, è possibile consegnarla personalmente presso l'HUB Sapiens (via Adelio Stefanoni, 1, 26022 – Costa Sant’Abramo - Castelverde) nelle seguenti giornate ed orari:
Lunedì - Martedì - Venerdì dalle ore 8 alle 14
Mercoledì dalle ore 14 alle ore 19,30
- la documentazione medico-sanitaria comprovante la propria situazione (problemi oggettivi di salute certificati da un medico, adesione al piano vaccinale, certificato di avvenuta guarigione da covid, ecc)
- copia della comunicazione ricevuta dall'Agenzia delle Entrate
- copia della carta di identità e della tessera sanitaria
PER INFORMAZIONI
È possibile contattare gli operatori presso l'HUB Sapiens al numero: 335 1051056 attivo nei giorni e negli orari di apertura dell’Hub.
