Patologie oncologiche femminili “E’ necessario lavorare insieme”
Tipologia: Notizia
Decisamente interessante il convegno dal titolo La personalizzazione del percorso di cura: sanità digitale e multidisciplinarietà nella gestione della patologia oncologica femminile organizzato dall’ASST di Cremona, in collaborazione con ATS Val Padana, ASST di Mantova e ASST di Crema, che si è svolto ieri, mercoledì 26 settembre, presso la Sala Maffei della Camera di Commercio di Cremona.
Un evento che trova ispirazione ragionata nella riforma sanitaria di Regione Lombardia (Legge 23/2015) in tema di presa in carico integrata e di percorsi di cura e accompagnamento dei pazienti, in questo caso, delle donne interessate da patologie oncologiche.
Ad aprire i lavori, davanti ad una sala gremita, il sindaco di Cremona, Gianluca Galimberti - “La nostra città, per cultura, ha sempre dimostrato una grandissima attenzione per le patologie oncologiche femminili. Questo grazie ad ASST di Cremona e ATS Val Padana. L’evento di oggi si collega all’idea di Smart city applicata all’ambito sanitario. Lavorare insieme per la comunità, unire le forze accresce il valore di un territorio che si prende cura globalmente della persona”.
A fare gli onori di casa Camillo Rossi (Direttore Generale, ASST di Cremona) “Senza il supporto dei miei colleghi (Direttori delle altre ASST e ATS Val Padana) e dei loro collaboratori, questo evento e questo progetto non si sarebbe potuto realizzare. Grazie alla riforma sanitaria regionale (Legge 23) stiamo imparando a lavorare insieme. In medicina l’autoreferenzialità non è la cura, non è garanzia di sicurezza. Ecco che non si può più lavorare in modo isolato, ma è necessario fare rete tra Aziende Socio-Sanitarie, per riuscire a rispondere in modo capillare a un desiderio che è di tutti: essere curati nel migliore dei modi”.
Molto gradito il messaggio scritto dell’Assessore al Welfare di Regione Lombardia Giulio Gallera giunto durante il convegno e letto da Rossi.
Salvatore Mannino (Direttore Generale ATS della Val Padana) “Siamo qui per aggiungere un altro tassello al percorso assistenziale oncologico declinato al femminile, in un territorio che si è contraddistinto - anche di recente - per la cura dei tumori della donna. Ritengo davvero importante armonizzare il lavoro fra le tre diverse ASST di Cremona, Crema e Mantova. Il nodo cruciale per il futuro sarà quello di riuscire a conciliare due diversi e complementari approcci al paziente: quello standard - basato su appropriatezza efficacia - e quello della personalizzazione delle cure. Ogni persona è diversa, dunque è necessario saper lavorare sul singolo soggetto e in tal senso questo territorio è all'avanguardia”.
D’accordo anche Luigi Ablondi (Direttore Generale, ASST di Crema): “Un PDTA condiviso accorcia le distanze e aiuta la sostenibilità del Servizio Sanitario Nazionale, un progetto che – una volta messo a punto in modo programmatico - ha buone probabilità di essere esportato”.
“Lavoriamo per assistere le persone in una sanità per certi aspetti provata, in un territorio fatto di città limitrofe, ma collegate da una rete che non facilita gli spostamenti – ha affermato Luca Stucchi (Direttore Generale, ASST di Mantova). L’evento di oggi ha valore anche in senso critico, ci mette in discussione; ci aiuta a capire come possiamo migliorare nel nostro lavoro. Soprattutto rispetto alla capacità di dare una risposta di salute alla persona e alla capacità di accoglierla”.
A moderare i lavori Rosario Canino – Direttore Sanitario ASST che ha introdotto in modo caloroso il Professor Nino Cartabellotta (Presidente Fondazione GIMBE) la cui lezione magistrale è stata molto apprezzata e accolta con un lungo applauso: “Il nostro Servizio Sanitario è una grande conquista, dobbiamo averne cura. Ogni anno la nostra Fondazione presenta un progetto per la sostenibilità della sanità al Senato. Bisogna lavorare insieme su tre cardini imprescindibili: l’offerta dei servizi, le aspettative dei cittadini e la professionalità degli operatori”.
La necessità di Lavorare insieme è stata ribadita più volte anche da Daniele Generali (Direttore UO Multidisciplinare di Patologia Mammaria e Traslazionale, ASST di Cremona)– “La costruzione di un PDTA al femminile e i suoi indicatori correlati - aggiunge Daniele Generali - significa definire obiettivi, ruoli e ambiti di intervento; significa garantire chiarezza delle informazioni all’utente e garantire la precisa definizione dei compiti di ciascun operatore, il tutto supportato da una valutazione e quindi valorizzazione del singolo operato. Non solo. L’applicazione del PDTA unico aiuta a migliorare la continuità, la riproducibilità e l’uniformità delle prestazioni erogate e, nel contempo, facilita la previsione - quindi la riduzione - dell’evento straordinario. Non a caso i termini diagnostico, terapeutico e assistenziale consentono di affermare la prospettiva della presa in carico attiva e totale, dalla prevenzione alla riabilitazione, della persona che ha un problema di salute. Problema per la gestione del quale, spesso, diventano necessari interventi multiprofessionali e multidisciplinari rivolti in diversi ambiti, come quello psicofisico, sociale e delle eventuali disabilità”. Il PDTA all’femminile ha inoltre la prospettiva di una visione sempre più moderna attraverso una proposta di integrazione operatore-paziente-territorio basata su nuovi strumenti digitali”.
All’interno della tavola rotonda su Ospedale e Territorio condotta da Simone Bacchetta di Cremona 1 insieme a Giulia Bianchi (Istituto Nazionale Tumori di Milano) Paola Mosa (Direttore Socio-Sanitario, ASST di Cremona) ha sottolineato l’evoluzione del sistema sanitario grazie all’applicazione della Legge 23. Un sistema che oggi lavora in rete, superando la logica delle singole unità operative e dei servizi territoriali come entità a se stanti. Questo ha consentito alle diverse aziende socio sanitarie del territorio di lavorare insieme attivando percorsi integrati. Fondamentali in tutto questo sono gli accordi tecnico-operativi fra i diversi soggetti, il Comune, il terzo settore, le cooperative sociali. Ci stiamo muovendo per aree tematiche legate a specifiche fragilità, penso alla Rosa dei venti, alle dimissioni protette, ai percorsi dedicati ai bambini con patologie gravi, alle demenze, alla disabilità declinata in diverse forme. Muoversi in modo integrato, secondo percorsi unici non può che essere una risorsa sia per i pazienti, sia per gli operatori.
L’iniziativa di oggi assume maggior valore a fronte di alcune questioni centrali – ha concluso Rossi - I tumori stanno diventando la vera emergenza sanitaria del Paese, insieme alle malattie cardiovascolari e alle patologie legate all’invecchiamento. Ogni anno in Italia vengono diagnosticati circa 250.000 nuovi casi di tumore, con una prevalenza di circa 2 milioni di casi. Un dato che acquista ulteriore rilievo se si considera l’invecchiamento progressivo della popolazione. In tale contesto diviene fondamentale adottare quelle soluzioni organizzative genericamente definite “Reti Oncologiche”, caratterizzate dalla grande varietà di competenze e strutture necessarie per affrontare compiutamente le malattie neoplastiche”.
PATROCINI
Il convegno si è svolto con il patrocinio condiviso, ATS della Val Padana, ASST di Crema, ASST di Mantova, Ordine Dei Medici Chirurghi Provincia di Cremona, Provincia di Cremona, Comune di Cremona, Europa Donna, Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali, Società Italiana Medicina Generale e Cure Primarie, AIOM, Onda.
Ultimo aggiornamento: 16/10/2024