MEDICINA INTERNA. DIAGNOSI AL LETTO DEL PAZIENTE

Tipologia: Articolo
A un anno dal suo arrivo alla Direzione dell’Unità Operativa di Medicina dell’Ospedale di Cremona, Matteo Giorgi Pierfranceschi racconta l’evoluzione di un reparto che accoglie pazienti sempre più complessi, in larga misura anziani, con diverse patologie croniche.
Riorganizzazione è la parola d’ordine: l’ecografia si fa al letto del paziente. Progetti futuri? Il centro unico per l’ipertensione, lo sviluppo della medicina epatologica e vascolare.
A Cremona mi sono trovato bene da subito – spiega Giorgi Pierfranceschi. D’altro canto la Medicina interna dell’Ospedale cittadino porta con sé una lunga tradizione. Ho trovato importanti competenze e abnegazione tra i colleghi. In questi dodici mesi la maggior parte del lavoro svolto è stato teso alla riorganizzazione dell’attività di un reparto complesso, che si suddivide in due sezioni distinte (A e B) di cui sono responsabili Alessandro Reggiani e Laura Nardecchia con i quali c’è una collaborazione quotidiana e sinergica.
Quali i risultati ottenuti?
I risultati sono oggettivamente incoraggianti. A migliorare è stato l’indice di efficienza a fronte di un aumento della complessità dei pazienti trattati. Tradotto in pratica significa maggior appropriatezza nella gestione delle degenze e dei percorsi di diagnosi e cura. Ciò è avvenuto anche grazie all’implementazione dell’ecografia al letto del paziente (Point of care); una metodica che consiste nell’esecuzione di esami diagnostici strumentali nel reparto dove il paziente è ricoverato, mediante l’impiego di attrezzature portatili (ecografi).
I vantaggi?
Tale metodica consente al medico di disporre immediatamente, al letto del paziente, delle informazioni diagnostiche utili a prendere una decisione tempestiva e definire il percorso più appropriato. Si riducono così i tempi diagnostici e, soprattutto, si evita il trasporto del paziente in altri reparti. Una pratica che facilita il lavoro d’equipe a garanzia di un’assistenza più efficace, in particolare per quei pazienti complessi e maggiormente instabili.
Qualche dato significativo che descrive questi ultimi dodici mesi?
Nel 2018 abbiamo dimesso più di duemila pazienti con un case-mix molto ampio che ha incluso patologie acute di origine cardio-polmonare (prima diagnosi di dimissione), infettiva, gastroenterologica, renale, oncologica e neurologica. L’identikit del paziente ricoverato in Medicina è anziano (età media 77 anni) con un problema acuto e complesso per la concomitanza di più patologie croniche contemporaneamente e spesso con problematiche sociali.Lo stretto continuo confronto con il Centro Servizi, la Gestione Operativa e la Direzione Medica, ci permette di valutare e gestire in modo multidisciplinare anche i casi più complessi. Non va dimenticata l’attività specialistica ambulatoriale dedicata in particolare ad osteoporosi, epatologia, reumatologia e ipertensione.
Progetti futuri?
Proseguire la riorganizzazione dell’attività dell’Unità Operativa, come stiamo facendo, focalizzandoci anche sull’area ambulatoriale. Assisteremo alla nascita di un Centro Aziendale per l’Ipertensione sotto la responsabilità del dottor Rosario Ariano (Nefrologia), che coinvolgerà internisti, cardiologi e nefrologi in modo sinergico. I nostri sforzi si stanno concentrando anche sul miglioramento organizzativo dell’attività epatologica con la strutturazione di percorsi codificati con centri di eccellenza per la condivisione di protocolli, e la collaborazione per i pazienti candidati a trapianto di fegato. Nell’ambito della nostra attività clinica stiamo lavorando per acquisire competenze anche nell’ambito della medicina vascolare che raccoglie una serie di problematiche cliniche molto diffuse e trasversali.
Ricerca clinica, quale impegno?
Partecipiamo a studi multicentrici nazionali e internazionali per la ricerca nell’ambito della medicina vascolare. In particolare i nostri studi sono orientati alla diagnosi, al trattamento e alla profilassi di due specifiche patologie quali l’embolia polmonare e la trombosi venosa profonda. Inoltre, il contatto con l’università è costante: non solo perché sono docente di medicina interna al corso di laurea in infermieristica (2° anno), ma anche perché il nostro reparto è frequentato dagli specializzandi della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Ateneo di Brescia. La loro presenza è senz’altro molto arricchente, favorisce lo scambio esperienziale fra operatori e gli studenti e ci insegna a guardare al futuro, anche attraverso lo sguardo e la professionalità dei giovani medici e dei nuovi saperi.
L’EQUIPE AL COMPLETO
L’arrivo di tre nuovi medici specialisti in sostituzione di tre che hanno lasciato per congedo, ha permesso di mantenere stabile il numero degli specialisti assegnati al reparto e all’attività ambulatoriale: Chiara Cattabiani, Ilaria Cavalli, Paolo Dizioli, Fabio De Gennaro, Letizia Maninetti, Francesca Milanetti, Federico Negrini, Beatrice Petroboni,Nicoletta Rizzi, Francesca Toffolon. Il teaminfermieristico è composto da 29 infermieri e 15 Operatori Socio Sanitari coordinati da Marilisa Costa.
Responsabile della pubblicazione: Comunicazione
Ultimo aggiornamento: 16/10/2024