L'ASST di Cremona ti informa sulla riforma
Tipologia: Notizia
Molto partecipato l’incontro di questa mattina “L’ASST di Cremona ti informa sulla riforma” organizzato dall’ASST di Cremona in collaborazione con di ATS Val Padana e organizzazione sindacali.
Più di cento sono infatti le persone intervenute alla Camera del Lavoro di Cremona per ascoltare e comprendere meglio il nuovo sistema di presa in carico dei pazienti con patologie croniche. L’importanza dell’evento di oggi è data soprattutto dagli interlocutori presenti in platea, ossia coloro che in modo capillare sono vicino alla popolazione, attraverso le moltissime attività di sportello, ascolto e sostegno.
A fare gli onori di casa Monica Vangi (Segretaria Confederale CGIL -Cremona) che ha introdotto i relatori Camillo Rossi (Direttore ASST di Cremona), Salvatore Mannino (Direttore ATS Val Padana), Alessandra Bruschi (Direttore Amministrativo) Rosario Canino (Direttore Sanitario ASST di Cremona) e Paola Mosa (Direttore Socio Sanitario ASST di Cremona).
La riforma della sanità Lombarda è anzitutto una risposta al Piano Nazionale della cronicità che tiene in considerazione dell’invecchiamento progressivo della popolazione e delle conseguenze socio sanitarie di questo fenomeno. Cosa significa presa in carico della cronicità? “Significa riconoscere che una persona con una o più malattie croniche necessita di un approccio clinico e assistenziale complessivo, che tenga conto delle correlazioni fra patologie e preveda un percorso di cura unico e multi – specialistico - ha spiegato Rossi. Per questo la riforma lombarda prevede che il paziente cronico abbia un solo interlocutore (gestore) che pensa a tutto. Con la sottoscrizione del “patto di cura” e la predisposizione di un Piano di Assistenziale Individuale (PAI) il gestore accompagna la persona dall’inizio. Il paziente non si dovrà più preoccupare delle “ricette”, di quando e come prenotare gli esami o le visite: è il gestore a farlo per lui.L’innovazione sta nel non “delegare”al paziente la gestione del suo percorso di cura, ma aiutarlo e sostenerlo in modo concreto sul lungo periodo e in ogni fase. Più che un modello di presa in carico - conclude Rossi - è un metodo, un approccio di cura teso alla persona per la persona. Una semplificazione dell’accesso ai servizi con percorsi ordinati e programmati”.
Ultimo aggiornamento: 16/10/2024