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GIORNATA INTERNAZIONALE DELL’INFERMIERE. UNA FOTO MAI SCATTATA, L’IMMAGINE PIU’ BELLA

Raccontatela voi che leggete.

Vi è mai capitato? Di non scattare una foto, intendo. E pensare che sarebbe stata la più bella? A me sì. Infinite volte. Al punto che ho un quaderno di parole dedicato alle fotografie che non ho scattato. Le descrivo per conservarne (comunque) la memoria.

Quest’anno, dopo mesi di immagini dentro l’emergenza, celebriamo la Giornata Internazionale dell’Infermiere con uno Spazio Bianco, di pensiero e umiltà, da riempire con il racconto della vostra fotografia mai scattata.

Uno spazio in cui potete raccontarci il vostro infermiere o la vostra infermiera. Quello/a che vi ha rassicurato, assistito, sorriso, stretto la mano. Quello/a che ha capito al volo come vi sentivate e di cosa avevate bisogno, con uno sguardo, dietro la maschera e gli occhiali protettivi. Quello/a che vi ha messo in contatto con i familiari, che ha videochiamato a casa, insieme a voi. Che vi ha aiutato a far nascere vostro figlio/a. Quello/a che ha perso il sonno dentro l’emergenza. Che si è ammalato/a per curare e salvare una, dieci, cento persone. Perché ciò che è accaduto non era immaginabile. Ed è stato troppo.

A dire il vero, per celebrare questa giornata dal valore simbolico inestimabile, avevamo pensato ad un servizio fotografico di ritratti sull’identità di infermieri e infermiere, con e senza maschera. Ritratti che avrebbero dovuto rappresentare l’essenza della professione; comunicare sapere a fatica, umanità e dolore. Ma anche qualche sorriso nello sguardo e un respiro di sollievo. Non sempre le cose vanno come devono e questo progetto non ha trovato compimento. E’ rimasto in sospeso, nell’immaginario.

“Da cosa nasce cosa” e questi ritratti, anche se non ci sono, è come se ci fossero.

Li abbiamo pensati così a lungo, da due mesi a questa parte, che è come se fossero stati scattati, uno a uno, a ciascun infermiere e infermiera dell’ASST di Cremona. Quell’esercito di persone e professionisti che si prende cura ogni giorno, in qualsiasi condizione, costi quel che costi. Perché quello è il loro lavoro e noi gli siamo grati e riconoscenti.

Dedicato a tutti i sanitari che non ci sono più.

Responsabile della pubblicazione: Comunicazione

Ultimo aggiornamento: 16/10/2024