Cisti pancreas, sofisticato intervento mini-invasivo

Tipologia: Notizia
I vantaggi per il paziente? Immediato sollievo dal dolore grazie ad una protesi metallica che - dopo un mese - viene rimossa attraverso una semplice gastroscopia e breve decorso post-operatorio con una rapida ripresa alla vita di tutti i giorni.
L’équipe del servizio di Endoscopia digestiva e Gastroenterologia dell’ASST di Cremona – diretta da Federico Buffoli - qualche giorno fa - ha effettuato, con ottimi risultati, un sofisticato intervento mini invasivo. A fare la differenza sono stati l’aggiornamento continuo degli operatori sanitari e l’impiego dell’ecoendoscopio di ultima generazione donato qualche tempo fa dagli “Amici dell’Ospedale”. Esito che testimonia e valorizza impegno e professionalità dell’endoscopia cremonese, ma anche la fondamentale possibilità di lavorare in modo integrato e multidisciplinare con le altre unità operative ospedaliere. Ciò a garanzia di un approccio diagnostico-terapeutico complesso alla persona e al trattamento della patologia.
“In questo specifico caso – spiega Buffoli – l’intervento eseguito consiste in un drenaggio di una pseudocisti pancreatica conseguente a una pancreatite; ovvero un’infiammazione del pancreas. Solitamente, in questi casi, si interviene con la chirurgia tradizionale, oppure con un intervento combinato per via endoscopica e radiologica. La novità consiste nell’impiego un dispositivo che drena la cisti per via eco endoscopica.Ciò consente di mettere in comunicazione la pseudocisti con lo stomaco attraverso una protesi metallica. In pochi istanti, la pseudocisti si svuota e il sollievo dal dolore è immediato. La protesi viene lasciata in sede circa un mese, il tempo necessario perché il pancreas guarisca, quindi rimossa con una gastroscopia”.
I vantaggi per i pazienti sono molteplici. “Oltre al sollievo immediato, l’intervento viene realizzato nell’arco di 4-5 minuti con una breve anestesia – precisa Roberto Grassia (medico specialista) – pertanto il decorso post-operatorio è rapido e indolore: il paziente può mangiare normalmente già dal giorno seguente l’intervento.
Quali le altre applicazioni terapeutiche dell’ecoendoscopia? “Oltre al drenaggio delle colecisti, in corso di colecistite acuta, oppure al drenaggio delle vie biliari – risponde Fabrizio Cereatti (medico specialista) sono possibili interventi in altri distretti quali ad esempio il torace”.
“Attualmente – conclude Buffoli - vengono richieste 200 ecoendoscopie all’anno. In un futuro - non troppo lontano - è prevedibile un maggior ricorso a questa tecnica per casi selezionati proprio per le specificità di cui abbiamo parlato. Per questo ritengo che l’investimento in tecnologia (strumenti e accessori) e formazione di medici e infermieri diventa peculiare. Non posso che rinnovare il ringraziamento agli Amici dell’Ospedale per averci donato un endoscopio dal potenziale molto elevato”.
Nella foto (da sinistra): Roberto Grassia, Federico Buffoli, Fabrizio Cereatti
Ultimo aggiornamento: 16/10/2024