Alberto Rigolli parte con Medici con l'Africa Cuamm

Tipologia: Notizia
Freetown, Sierra Leone. E’ qui che Albero Rigolli, medico ginecologo dell’ASST di Cremona, lavorerà per i prossimi due anni come responsabile per Medici con l’Africa Cuamm dell’intervento all’interno del Princess Christian Maternity Hospital, la più grande maternità del paese. Una realtà dove ogni mese muoiono in media 20 madri e 70 neonati. Tutto va migliorato: l’organizzazione, le procedure, la formazione del personale. Rigolli si mette in gioco su una sfida importante, consapevole che tutta l’esperienza che accumulata in questi anni lì può fare la differenza. È una sfida che non affronterà da solo, ma insieme a un team Cuamm composto da un’altra ginecologa, da un medico esperto nella gestione ospedaliera, dagli specializzandi italiani che arriveranno a supporto dell’attività ospedaliera e da un logista.
«Conosco Medici con l’Africa Cuamm da quando ero ragazzo – racconta Alberto Rigolli – e andavo a Padova, nella sede dell’organizzazione, per incontrare i medici impegnati sul campo in Africa. Poi negli anni ’80 sono partito anche io per la Tanzania e lì è nata anche la mia prima figlia. Il desiderio di impegnarmi per il diritto alla salute di tutti per me è sempre rimasto e, ora che i figli sono grandi e tutta la mia famiglia mi sostiene, volevo rimettere la mia professionalità a servizio di chi ha più bisogno, per quel senso di giustizia che mi spinge da sempre».
Prima di partire, nella mattinata di mercoledì 14 settembre Rigolli ha incontrato Camillo Rossi (direttore generale ASST di Cremona), Salvatore Mannino (direttore sanitario) e Aldo Riccardi (direttore dell’UO di Ostetricia e Ginecologia).
“L’ASST di Cremona – afferma Camillo Rossi (Direttore Generale ASST di Cremona) - apprezza e sostiene la scelta del Dr. Alberto Rigolli nella condivisione del principio che anima Cuamm, ossia la salute è un diritto, battersi per il suo rispetto è un dovere. Il gesto di Rigollli – attualmente - Vicario dell’Unità Operativa della Ginecologia dell’Ospedale di Cremona – è una sfida per lui e per noi Azienda rispetto al significato della gratuità della professione medica. Lasciare un contesto sanitario protetto, l’attività di libera professione, gli affetti per offrire e impiegare la propria competenza all’interno di una realtà critica e per questo bisognosa, rafforza il valore all’essere medico. Nel quotidiano sentiremo la sua mancanza, anche se è una mancanza motivata, proficua e vitale. Il nostro desiderio è quello di seguire l’esperienza di Alberto Rigolli - di uomo e di medico -, raccoglierne la testimonianza consapevoli che condividere i bisogni delle persone significa condividere il senso della vita”.
Ultimo aggiornamento: 16/10/2024